C'è un ritorno dell'antisemitismo, la Repubblica non lo tollererà
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 26 gennaio ha aperto le celebrazioni per il giorno della memoria con un discorso nel Palazzo del Quirinale alle massime autorità dello Stato. Un discorso da leggere integralmente e sui cui riflettere attentamente. Dopo aver ricordato gli orrori della deportazione e dei campi di concentramento voluti dalle tirannidi fasciste in Europa il Presidente si è soffermato su il ritorno di un pericoloso antisemitismo: "che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore. La nostra Costituzione dispone con chiarezza: tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. La presenza ebraica è stata fondamentale per lo sviluppo dell’Italia moderna e nella formazione della Repubblica.
Le comunità ebraiche italiane sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti [...]. Parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro Continente ma anche altrove.
Su questo occorrerebbe compiere un’approfondita riflessione: indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanità soltanto dolore, distruzione, morte [...].
Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza [...].
Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato. Ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini. (L'intero discorso)
La missione della Chiesa in Italia
Lunedì 22 gennaio si è aperto il Consiglio Permanente della CEI; come è consuetudine il Card. Matteo Zuppi ha iniziato la riunione con una sua prolusione. Uno sguardo largo sulla Chiesa italiana e sulla Chiesa universale. "Di fronte al popolo italiano, alle istituzioni locali o nazionali, alle componenti della vita culturale, sociale e politica, la Chiesa si presenta qual è, senza alterigia, ma consapevole di avere una missione unica.
La pace è quello di cui l'umanità ha più bisogno oggi; la costruzione della pace è certamente un dovere dei grandi della terra, ma chiama in causa ciascuno di noi. "Non dobbiamo stancarci di invocare il dono della pace, di educarci alla pace, a partire dalle nostre case, dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità"; le nostre chiese devono abolire il linguaggio della discordia e della divisione, devono avere parole di pace...". Passando poi a considerare il prossimo appuntamento elettorale in Europa il Cardinale ricorda come bisogna coltivarne soprattutto l'anima riferendosi soprattutto ai suoi fondamenti storici e valoriali. Il Cardinale richiama infine una riflessione sulla Chiesa in Italia che "pur con i suoi limiti è un grande dono per l'umanità degli italiani". "Non facciamo intimidire da letture solo sociologiche della Chiesa! Non facciamoci intimidire da una cultura per cui la fede è al tramonto! E' la prepotenza del pessimismo, che pare realismo". (La prolusione)
La speranza contro ogni antisemitismo
Il 17 gennaio si celebra la XXXV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. Mons. Derio Olivero, Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, chiede alle comunità ecclesiali di vivere questo momento tenendo presente “la situazione in Terra Santa e, soprattutto, il barbaro attentato di Hamas del 7 ottobre”. In questo ultimo mese, in accordo con la Presidenza della CEI, Mons. Olivero ha tenuto un “costante dialogo con l’Assemblea dei Rabbini d’Italia e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane”. “Insieme – spiega – abbiamo deciso che la Giornata mantenesse il tema precedentemente stabilito (La speranza), con i messaggi già scritti e pubblicati, ma lo aggiornasse considerando i gravi eventi successi”. Di qui, in accordo con la Segreteria Generale, l’invito “a organizzare le iniziative e le preghiere alla luce di questa attenzione: ‘La speranza contro ogni antisemitismo’”.
I materiali per l’animazione della Giornata sono disponibili sul sito: unedi.chiesacattolica.it
ll Card. Zuppi incontra i lavoratori dell’ex Ilva
Il Cardinale Matteo Zuppi ha incontrato il 9 gennaio, nella sede della CEI, una delegazione di lavoratori dell’ex Ilva di Taranto. Il Cardinale, con ascolto attento ai loro problemi, ha rinnovato la vicinanza e la solidarietà della Chiesa ai lavoratori. In questo momento di incertezza per il futuro, la Chiesa auspica che si possano trovare la giusta prospettiva e adeguate soluzioni, coniugando sempre diritto al lavoro e salute. I lavoratori nel ringraziare il Presidente della CEI gli hanno fatto dono di una targa in ricordo di “questo momento memorabile”. L’incontro è nato su iniziativa del parroco della Cattedrale di Taranto don Ciro Alabrese; i lavoratori dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, essendosi trovati senza tredicesima e stipendio nella settimana di Natale hanno pensato di occupare la cattedrale Gran Madre di Dio di Taranto. Dopo l’iniziale sorpresa il parroco li ha accolti e si è attivato per questo incontro con la Cei. Un bel episodio che dimostra la vicinanza della Chiesa con il popolo.
Futuro e speranza per l'Italia
Queste le parole ricorrenti nel discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Presidente non rassegnandosi alla retorica del declino inesorabile della paura e del rancore dice: "vi è un'Italia spesso silenziosa, che non ha mai smesso di darsi da fare". Certo, i poroblemi sono gravi e non debbono essere sottovalutati a cominciare dal lavoro e dalle forti disugualgianze; tuttavia disponimao di grandi risorse "di umanità, di ingegno, di capacità di impresa". E questo richiede "spirito e tteggiamento di reciproca solidarietà" perchè si tratta di una sfida che si può affrontare solo insieme Nord e Sud, giovani e anziani. "Per promuovere fiducia è decisivo il buon funzionamento delle pubbliche istituzioni che devono alimentarla favorendo coesione sociale" "assicurando decisioni adeguate, efficaci e tempestive sui temi della vita concreta dei cittadini", perchè "la democrazia si rafforza se le istituzioni tengono viva una ragionevole speranza".
Il richiamo alla fiducia che attraversa tutto il discorso del Presidente si condensa con particolare intensità in riferimento ai giovani, che significativamente vengono collegati al tema della famiglia. “Le nuove generazioni – rileva Mattarella – avvertono meglio degli adulti che soltanto con una capacità di osservazione più ampia si possono comprendere e affrontare la dimensione globale e la realtà di un mondo sempre più interdipendente” e hanno chiara la percezione che “i mutamenti climatici sono questione serissima che non tollera ulteriori rinvii nel farvi fronte”. Se “ogni società ha bisogno dei giovani”, ciò è tanto più vero “oggi che la durata della vita è cresciuta e gli equilibri demografici si sono spostati verso l’età più avanzata”. Questa nuova condizione “impone di predisporre nei confronti degli anziani maggiori cure e attenzioni”, ma “occorre, al tempo stesso investire molto sui giovani”. “Diamo loro fiducia”, chiede il Capo dello Stato, “diamo loro occasioni di lavoro correttamente retribuito” e “favoriamo il formarsi di nuove famiglie”. “Dobbiamo riporre fiducia nelle famiglie italiane”, su cui “grava il peso maggiore degli squilibri sociali”, dice ancora il Presidente. “Fornire sostegno alle famiglie vuol dire fare in modo che possano realizzare i loro progetti di vita” e “che i loro valori – il dialogo, il dono di sé, l’aiuto reciproco – si diffondano nell’intera società rafforzandone il senso civico”. Perché “quella del civismo, del rispetto delle esigenze degli altri, del rispetto della cosa pubblica”, afferma Mattarella “è una virtù da coltivare insieme”. (Il discorso integrale)