Capisci quello che leggi
Per un uso critico della Bibbia nella pastorale di Francesca Sacchi Lodispoto

Atti 8, 26-40. Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e và verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Và avanti, e raggiungi quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:

 

Come una pecora fu condotto al macello
e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa,
così egli non apre la sua bocca.
Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato,
ma la sua posterità chi potrà mai descriverla?
Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.

E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: «Ecco qui c'è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?». Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò. Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino. Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa.

 

I – ANDIAMO A LEZIONE DA FILIPPO OGNI PASTORALE SI FONDA SULL’ESEGESI
Samaritani ed Eunuco etiope: due categorie di esclusi (Chiesa in uscita)

A mezzogiorno per la strada di Gaza, deserta. Immaginiamo i due…

Domanda di Filippo: non basta leggere: la parola di Dio, si comprende nell’esperienza di fede e nella comunità cristiana che la vive

All’evangelizzatore mosso dallo Spirito non viene suggerita alcuna parole e riparte per nuove strade

Isaia 53,7-8 un canto del servo di Jahveh, centrale per la cristologia cristiana; il tutto termina con il battesimo come ad Emmaus con l’eucarestia

Discepoli di Emmaus ardeva il cuore, l’eunuco è pieno di gioia (Evangelii Gaudium).

  1. Avere una Bibbia e leggerla; usarne le indicazioni ( per questo il tablet è diseducativo);
  2. Capire cosa dice il testo;
  3. Trasmettere il messaggio essenziale del passo, condurre, indicare un percorso ὁδηγέω.

 

II - ALCUNI DOCUMENTI ECCLESIALI CHE PROLUNGANO - LA LETTURA DI ATTI 8

1. Il Concilio, la Dei Verbum (50 anni) La Bibbia: Parola di Dio da interpretare

Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana , l'interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.
Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. (Dei Verbum 12)

Le parole di Dio, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al linguaggio degli uomini, come già il Verbo dell’eterno Padre, avendo assunto le debolezze della natura umana, si fece simile agli uomini» (DV 13). La logica dell’incarnazione

Questo santo Sinodo esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli ad apprendere la sublime scienza di Gesù Cristo con la frequente lettura delle divine Scritture. L’ignoranza delle Scritture è infatti ignoranza di Cristo (DV 25).

2. Messaggio conclusivo del Sinodo sulla Parola (2008)

L’ applicazione dei principi enunciati dalla Dei Verbum la troviamo in questo messaggio

Il volto della Parola è Gesù Cristo;

La casa della Parola è la Chiesa;

Le strade della Parola sono la missione

Ogni lettore delle Sacre Scritture, anche il più semplice, deve avere una proporzionata conoscenza del testo sacro ricordando che la Parola è rivestita di parole concrete a cui si piega e adatta per essere udibile e comprensibile all’umanità.

È, questo, un impegno necessario: se lo si esclude si può cadere nel fondamentalismo che in pratica nega l’incarnazione della parola divina nella storia, non riconosce che quella parola si esprime nella Bibbia secondo un linguaggio umano, che deve essere decifrato, studiato e compreso, e ignora che l’ispirazione divina non ha cancellato l’identità storica e la personalità propria degli autori umani. La Bibbia, però, è anche Verbo eterno e divino ed è per questo che essa esige un’altra comprensione, data dallo Spirito Santo che svela la dimensione trascendente della parola divina, presente nelle parole umane.” ( N.5) 

III – UN METODO DI LETTURA - A partire dall’esperienza fatta in RC

1. La voglia di un continuo rinnovamento  

Un rinnovamento che è sempre stato nel DNA di Rinascita Cristiana. Non posso non ricordare che tra i fondatori ci fu P.Lyonnet (la libertà del cristiano in un mondo fatto di regole e convenzioni). Una indimenticabile conferenza di P. Luis Alonso Schökel sui salmi e la sua ultima conferenza sulla lettura di un testo (lampada, specchio, finestra) nel nostro primo seminario biblico.

L’incontro con P. Ska. “Il significato del testo richiede la partecipazione del lettore.

Il testo è paragonabile ad uno spartito musicale: ci vuole qualcuno che suoni o canti la musica: il testo vive solo quando qualcuno lo legge e lo interpreta” (Ska).

Ad esempio quante volte abbiamo letto la Samaritana o il figlio prodigo. Ed ogni volta è una lettura nuova una melodia nuova perchè ogni volta e per noi l’«Oggisi è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». (cfr Luca 4,16-22)

P. Ska e l’incontro con i giovani, il fascino della narrazione e la scoperta dell’AT. Nessuna resistenza ma il piacere di essere condotti in un percorso che resterà indelebile per tutta la vita (Rut, il mantello di Elia…)

Assaporare un racconto è una esperienza antica quanto i mondo. Ognuno di noi ha avuto una nonna che raccontava storie. La magia del “c’era una volta” è universale.

Basta una frase:”Quando Dio cominciò a creare il cielo e la terra, la terra era deserta e vuota…”e subito la nostra immaginazione si mette in moto: si apre uno spazio e il lettore è invitato ad entrare.

Per raccontare però non basta una bella storia, raccontare è un’arte.

L’esperienza dei seminari biblici

Dopo più di un cinquantennio il desiderio di rinnovamento, la voglia di aggiornamento in Rinascita Cristiana si sono coagulate intorno ad alcuni Seminari biblici destinati soprattutto ad animatori di gruppo, responsabili ed assistenti.

Ricordiamo i primi tre: “Il linguaggio di Dio e il linguaggio degli uomini”;”La bibbia nel conflitto delle interpretazioni”;”Essere interpreti della Parola”.

Obiettivo di questi Seminariera quello di:

  • fornire chiavi di letturaper un approccio alla Parola su basi scientifiche; contribuire alla formazione di chi si occupa di evangelizzazione nella cultura attuale;
  • appropriarsi di un metodo correttoin vista dell’attualizzazione della Parola e dell’inculturazione della fede;
  • superare due pregiudizi tipici dei buoni cristiani e dei predicatori: la lettura intimistica (mi piace, mi colpisce..), i pii sentimenti e le emozioni momentanee; il moralismo (si dovrebbe) che utilizza il passo biblico per confermare le mie regole morali.

Al lavoro dei Seminari ha fatto seguito una proposta di meditazione in tre passi: Comprendere bene il testo biblico collocandolo nel suo contesto. Interpretarlo, cioè tradurlo nella cultura del nostro tempo. Attualizzarlo, rendendolo presente nella nostra esperienza interiore, nella nostra preghiera e nelle nostra azioni

Ma ritorniamo alla domanda iniziale: spiegare come può l’uomo d’oggi capire le Scritture se nessuno le spiega? E come spiegare se prima noi stessi non abbiamo capito?

Abbiamo privilegiato l’analisi narrativa

E’ un tipo di analisi che i nostri ragazzini apprendono oggi già nelle scuole medie. Il suo uso ha fatto fare un salto di qualità nella comprensione della Bibbia ed ha insegnato un metodo per la lettura personale e di gruppo. L’analisi narrativa é stata accolta a braccia aperte soprattutto dagli adulti meno strutturati religiosamente; da persone che prendevano in mano la Bibbia per la prima volta. La diffidenza che i preti avevano inizialmente é svanita un po’ alla volta. Soprattutto é una metodologia che porta facilmente ad interrogare il testo e favorisce una lettura esistenziale della Bibbia. Infine è una strada percorribile insieme per giungere alla pratica comune della lectio divina. E’ un metodo non solo dei gruppi di Rinascita Cristiana, ma anche di molte comunità ecclesiali (FUCI, Laureati Cattolici). Personalmente ho cercato di usarla in gruppi parrocchiali (vangelo nelle case) e so che il nostro assistente nazionale parroco la ha usata chiamandola Scuola della Parola nelle varie parrocchie che ha avuto.

 Alcuni passaggi per capire questo metodo

Possiamo riprendere un esempio di P. Ska: comprendere la Scrittura é come voler acquistare ed abitare una casa.

 a) Collocare il passo nel suo contesto.

La prima cosa da fare é farsi un’idea del quartiere in cui una casa sorge.E’ importante chiedersi: é un quartiere popolare, signorile, zona uffici, zona discoteche, conventi, ecc.? Da una casa a Fontana di Trevi mi aspetto che sia costosa, elegante, soprattutto chic con il sapore di molti decenni sulle spalle. So che tipo di gente frequenta la piazza. Così per capire un passo della Scrittura é importante conoscere il contesto in cui si trova; in quale punto del racconto; sullo sfondo di quali vicende o di quali tematiche.
Suonare con due mani: testo e contesto.

b) Capire l’architettura interna del passo biblico.

Fattasi un’idea del quartiere, si studia bene l’interno del palazzo: la sua architettura, dal punto di vista funzionale ed estetico, la distribuzione degli spazi, gli elementi architettonici e decorativi che li definiscono.
Così un passo della Bibbia ha una sua architettura interna caratterizzata da parole ricorrenti, da strutture sintattiche, generi letterari,e si presenta come una serie di stanze intimamente connesse e reciprocamente funzionali che vanno identificate. E’ importante capire la costruzione di un passo biblico per poter seguire lo sviluppo del racconto e scrutare le ricchezze nascoste nel testo, specie se il testo é lungo, senza perdersi d’animo.

c) Interrogare il testo ed attualizzarlo.

Entrati nella casa ci chiediamo, quali possibilità di vivere mi offre? Come influisce sulla mia vita, sulle mie abitudini questo palazzo? Lo adatto a me o mi adatto al palazzo?
Così per un approccio corretto alla scrittura: situare il passo biblico nel suo contesto, capirne la sua architettura interna, la sua costruzione, poi entrare nel racconto ripercorrendolo, interrogando il testo e lasciandosi interrogare da esso.

Alcune azioni personali indispensabili
Una lettura attenta e prolungata, leggere lentamente, darsi del tempoper rispettare il testo evitando manipolazioni, anche inconsapevoli, moralismi, fondamentalismo e spiritualismo. E’ un primo stadio personale che ci permette di fare attenzione al contesto storico, culturale e letterario per entrare in sintonia con l’autore. Occorre imparare a leggere: il problema non è leggere la Bibbia, il vero problema è leggere (p.73).

Interrogare il testo. Con curiosità ed interesse per capire cosa vuole comunicare realmente e quali reazioni vuoi suscitare. Non cercare risposte immediate: è un principio da non dimenticare mai quando si legge la Bibbia, soprattutto l’AT per evitare soluzioni preconfezionate ai nostri problemi.

Per comprendere il messaggio è importante vedere come gli autori biblici risolvono i  problemi che si sono posti nella loro epoca per poter a nostra volta trovare le risposte  adeguate a problemi simili che si pongono alla nostra epoca. (vol 2 p. 126)

Superare pregiudizi e luoghi comuniad esempio sulla difficoltà dell’AT, sul Dio violento e giudice senza misericordia, sull’amore e la bontà che pervade tutto il vangelo,

sulla incomprensibilità di S.Paolo………..

L’onestà di riconoscere l’enorme divario tra la nostra culture laica e la nostra competenza professionale e ciò che riguarda la nostra fede.

All’inizio ci sono state alcune difficoltà soprattutto da parte degli assistenti ( si cambiava il ruolo e la routine), ma con il tempo i laici sono cresciuti e migliorati nel rapporto con la Scrittura, sono diventati più autonomi e soprattutto hanno cominciato a popolare la loro memoria di pagine bibliche condizione essenziale per un buon discernimento.

Gli elementi che hanno inciso per un cambiamento

Che ci hanno permesso di inquadrare nel grande racconto della Bibbia non solo i testi narrativi che abbiamo privilegiato all’inizio ma anche i testi giuridici, la funzione dei profeti, la preghiera dei salmi

 LA SACRA SCRITTURA, OPERA LETTERARIA

La Parola di Dio, il Verbo eterno del Padre, si é «ristretta nelle sillabe umane», é divenuta un’opera letteraria, un testo. Testo sacro, sì, ma testo.

 

  1. Un’opera letteraria ha una sua logica interna che ne organizza i contenuti e la forma letteraria. Ha anche una sua logica esterna. E’ infatti un livello di linguaggio che permette di comunicare tra persone diverse, tra mondi diversi. Nella Bibbia il linguaggio di Dio fa proprie tutte le caratteristiche e tutti i meccanismi del linguaggio verbale e scritto.

 

Ne deriva una conseguenza molto semplice. Quando, ad esempio, prendiamo in mano un libro, probabilmente ognuno di noi si pone una di questedomande:

  1. chi è l’autore?Chi l’ha scritto? Quali la sua personalità e le vicende della sua vita? Come sono andati realmente i fatti? In quali vicende storiche e culturali li possiamo inquadrare?

Nella Bibbia gli autori sono molti con la loro visione del mondo e di Dio, alle prese con i problemi del proprio tempo;

  1. di che testo si tratta? Cosa significa? Di cosa parla?Quali passioni, verità, visioni della vita ci sono nella storia raccontata. Mi parla di eventi il cui racconto propone nuove sfide al nostro modo di vivere.
  2. chelettore sono? come entro in contatto con il testo e con un mondo lontano (quello dell’autore). Un mondo lontano, sì, ma che illumina e dà spessore al nostro presente, alle nostre schiavitù attuali.
  3. Cosa mi vuole comunicarel’autore?Quali stimoli mi invia? Cosa suscita in me la lettura del racconto? Come influisce sulla mia vita? Quali decisioni mi suggerisce in ordine alla liberazione mia e di altri?

 

La sua esperienza mi giunge attraverso una mediazione che usa tutti quegli accorgimenti che sono propri dell’arte del raccontare:

- uso attento delle parole

- uso dei generi letterari

- uno stile suo caratteristico (un suo vocabolario): predilige alcuni termini (lessico); ha un fraseggiare che gli é tipico (sintassi); un suo modo di comunicare (figure retoriche)

- informazioni culturaliche le sue parole possono evocare negli uditori (rilettura e riferimenti ad AT, uso di concetti: es. alleanza - redenzione)

 

CON IL TESTO LETTERARIO UN MONDO REALE È RAPPRESENTATO CON UN CERTO LINGUAGGIO

Il filosofo Paul Ricoeur (P. Ricoeur, Ermeneutica filosfica ed ermeneutica biblica, Paideia 1977 ) ha diffuso la nazione di “mondo del testo”. Con questa espressione ha voluto trasmettere il concetto che la funzione del racconto è di costruire un mondo in cui il lettore, nel momento in cui vi viene in contatto, vive con i suoi personaggi e si pone domande su di loro. Guardando attentamente si nota che è una costruzione complessa.

Ci aiuta quindi anche la suggestione del semiotico Umberto Eco che in Lector in fabula (Bompiani 2011) ha sviluppato la nozione di “ cooperazione interpretativa del lettore; intende dire che il testo ha bisogno di un lavoro di decodifica da parte del lettore, senza questa decodifica il testo resta morto. Eco parla anche di bosco narrativo per approfondire la parte del lettore nella lettura di un testo (U. Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Bompiani 1999)

Il testo dorme e va svegliato e per farlo e possiamo prendere in esame tre aspetti:

  1. la storia raccontata:è il che cosa è raccontato, il contenuto (significato). Documento.
  2. il modo di raccontare:è il come viene raccontato, la forma (significante), il racconto così com’è. Monumento.

Il messaggio sta dentro la storia, nel percorso che si fa quando si legge

  1. l’elaborazione del raccontoda parte del lettore. Avvenimento.

Riassumendo in un esempio da Primo Levi, Se questo è un uomo

Inizio = documento: ero stato catturato dalla milizia fascista il 13 dicembre 1943.

Il modo di raccontare=Monumento.Avevo 24 anni, poco senno, nessuna esperienza,e una decisa propensione, favorita dal regime di segregazione a cui da quattro anni le leggi razziali mi avevano ridotto, a vivere in un mio mondo scarsamente reale….

Le nostre emozioni =Avvenimento.E venne la notte, e fu una notte tale, che si conobbe che occhi umani non avrebbero dovuto assistervi e sopravvivere…

3. Un PERCORSO in cui è utile ricordare che

1.Il testo non è un contenitore delle nostre passioni, né il nostro giardino privato. Il testo narrativo assomiglia piuttosto ad un bosco pubblico in cui molti possono inoltrarsi e scoprire nuove possibilità di vivere. Lalettura personale e di gruppo non strumentalizza la parola di Dioma si "espone" alla sua luce, si lascia da lei interrogare. La lettura della Bibbia è sempre, pertanto, un atto pubblico.

2. La meditazione della Parola è un atto gratuito: non si usa la Parola per dimostrare tesi morali e/o per fare catechesi: la lettura deve essere ampia e collocata nel suo contesto questo evita ogni fondamentalismo nocivo e fastidiosi moralismi.

3. La Parola di Dio è centrale per un movimento di evangelizzazionee non solo per la spiritualità personale. I laici sono oggi chiamati ad assumere responsabilità e competenze perché la Parola risuoni in ogni ambiente di vita e per ogni uomo. E’ quindi necessaria una maggiore cultura per rendere i laici soggetti creativi di annuncio.

 

IV – CONCLUSIONE

Con l’aiuto di P. Ska moltissimi laici hanno potuto usufruire di elementi aggiornati per un incontro più serio con la Parola di Dioe tutte le indicazioni hanno avuto lo scopo di fornire una pianta della biblioteca – Bibbia e orientare il lettore. Una pianta che è un invito al viaggio e all’avventura e all’approfondimento personale.

Il sentiero per il monte

Un consiglio di San Giovanni della Croce nel descrivere la salita del monte Carmelo. Egli traccia un sentiero e indica con grande cura quali sono le virtù da praticare per progredire nella lunga salita verso Dio. per quanto riguarda l’ultima parte del percorso, quella decisiva che permette di raggiungere la meta definitiva, san Giovanni non traccia nessun sentiero. Si accontenta di scrivere una sola frase: “da questa parte non c’è cammino perché per il giusto non c’è legge”. Possiamo applicare il principio alla lettura della Bibbia: l’ultima parte, quella decisiva, quando il lettore si immerge nelle pagine, sviscera il testo in cerca del significato profondo delle parole e delle immagini, è una via tutta da tracciare da parte di ciascuno(p.205).Jean Louis Ska - Antico testamento - EDB 2 vol