Dal 14 aprile la nuova Campagna 8xmille
Condomini solidali, doposcuola, poliambulatori, case di accoglienza, dormitori, mense, restauri di beni culturali e artistici, stanziamenti per calamità naturali o emergenze umanitarie nel mondo: sono solo alcuni esempi dell’articolata rete di aiuto messa in campo ogni anno dalla Chiesa cattolica per rispondere alle nuove povertà e a fasce di popolazione con bisogni diversi e sempre più complessi. Ad agire sono le mani e i cuori di professionisti e volontari grazie al supporto dell’8xmille alla Chiesa cattolica che dal 1990 realizza ogni anno migliaia di progetti, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.
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La dignità umana secondo la Chiesa
Il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede "Dignitas infinita" è il frutto di cinque anni di lavoro e include il magistero papale dell'ultimo decennio: dalla guerra alla povertà, dalla violenza sui migranti a quella sulle donne, dall'aborto alla maternità surrogata all'eutanasia, dalla teoria del gender alla violenza digitale. Presentata alla stampa dal Card. Victor Manuel Fernandez, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha avuto largo eco anche nel mondo laico. I primi tre capitoli danno le motivazioni fondamentali, il quarto è dedicato alle gravi violazioni della dignità umana attualmente presenti nel mondo. Da prendere in seria considerazione l'elenco delle gravi violazioni elencate nella dichiarazione in cui viene preso in considerazione "tutto ciò che offende la dignità umana" compresa la pena di morte che "viola la dignità inalienabile di ogni persona umana al di là di ogni circostanza".
(Il documento integrale)
Consiglio Permanente della CEI
Lunedì 18 marzo si è aperto il Consiglio Permanente della CEI con una ricca prolusione del Cardinale Presidente Card. Matteo Zuppi. Secondo il Cardinale la pace è la priorità in assoluto di questo momento storico e le parole di Papa Francesco non sono "ingenue" o dette per caso perchè "il valore della vita è superiore a ragionamenti o schieramenti". Un invito per le elezioni europee sia a votare che a scegliere chi rappresnta i nostri valori. Un appello al Paese per "un nuovo welfare" che sia attento soprattutto ai più anziani e "piena applicazione" della legge sulle Dat (disposizioni anticipate di fine vita). (Il testo integrale)
Nel comunicato finale il Segretario Mons. Giuseppe Baturi ricorda che ancora una volta i vescovi italiani si sono soffermati sull'impegno della chiesa per la pace. Altri temi sono stati il cammino sinodale delle diocesi italiane, una riflessione sulla figura dei padrini e delle madrine e un'importante riflessione introdotta da una indagine di Paola Bignardi, curata dall'Istituto Toniolo, in merito a fede e giovani oggi. Infine riguardo alla situazione socio-politica del nostro paese è stato ripreso dal Card. Zuppi un veccchio adagio dei vescovi italiani "il Paese non crescerà, se non insieme". Il comunicato è a disposizione sul sito della CEI.
COMECE: i Vescovi europei verso le elezioni
Per un voto responsabile che promuova i valori cristiani e il progetto europeo
Noi, vescovi delegati delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, invitiamo tutti i cittadini, in particolare i cattolici, a prepararsi e a esprimere il proprio voto nelle prossime elezioni europee di giugno 2024. Il progetto europeo di un’Europa unita nella diversità, forte, democratica, libera, pacifica, prospera e giusta è un progetto che condividiamo e di cui ci sentiamo responsabili. Siamo tutti chiamati a portarlo avanti anche esprimendo il nostro voto e scegliendo responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune nel prossimo Parlamento Europeo.
Il progetto di integrazione europea nasce dalle ceneri delle terribili guerre che hanno devastato il nostro continente nel secolo scorso provocando immenso dolore, morte e distruzione. È stato concepito con l’intento di garantire pace, libertà e prosperità. È sorto grazie al coraggio e alla lungimiranza di persone che hanno saputo superare le inimicizie storiche e creare una realtà nuova che rendesse praticamente impossibile in futuro la guerra nel nostro continente. Inizialmente questo progetto era un progetto economico, ma comportava comunque una dimensione sociale e politica e dei valori condivisi. Molti dei padri fondatori dell’Unione Europea erano cattolici praticanti che credevano fortemente nella dignità di ogni essere umano e nell’importanza della
comunità. Crediamo che per noi europei questo progetto iniziato più di 70 anni fa debba essere sostenuto e portato avanti.
C'è un ritorno dell'antisemitismo, la Repubblica non lo tollererà
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 26 gennaio ha aperto le celebrazioni per il giorno della memoria con un discorso nel Palazzo del Quirinale alle massime autorità dello Stato. Un discorso da leggere integralmente e sui cui riflettere attentamente. Dopo aver ricordato gli orrori della deportazione e dei campi di concentramento voluti dalle tirannidi fasciste in Europa il Presidente si è soffermato su il ritorno di un pericoloso antisemitismo: "che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore. La nostra Costituzione dispone con chiarezza: tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. La presenza ebraica è stata fondamentale per lo sviluppo dell’Italia moderna e nella formazione della Repubblica.
Le comunità ebraiche italiane sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti [...]. Parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro Continente ma anche altrove.
Su questo occorrerebbe compiere un’approfondita riflessione: indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanità soltanto dolore, distruzione, morte [...].
Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza [...].
Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato. Ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini. (L'intero discorso)